Come posso realizzare pienamente la mia vita? Amando. E nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Il Signore ci mette in guardia perché non abbiamo ad asserragliarci in false sicurezze e ci ricorda che “chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde per amore la salverà”. Abbiamo due cammini: o chiuderci nel nostro egoismo, negli interessi personali, nel disimpegno e spensieratezza che caratterizzano i “buontemponi”, o aprirci all’amore ed impegnarci a vivere bene e fare il bene. Nella vita infatti non basta evitare il male, dobbiamo impegnarci a fare il bene. Purtroppo capita spesso che gli affanni della vita quotidiana (mangiare, bere, sposarsi, comprare, vendere, piantare, raccogliere ecc.) ci prendono tanto da allontanarci da Dio. Corriamo, siamo stressati, diventiamo ingranaggi dentro un meccanismo perverso che ci stritola e quando ci fermiamo per pensare, il tempo è già volato via e rischiamo di perdere veramente la nostra vita. Il lockdown dovrebbe averci insegnato che ci sono altri valori importanti che dobbiamo rispettare e promuovere: la vita, la salute, la famiglia, le relazioni con i parenti e gli amici, la solidarietà e il nostro rapporto con Dio perché senza di lui non possiamo fare niente. Ho l’impressione che ora si ritorna a correre, quasi per recuperare il tempo perso. Gesù ci ammonisce che chi vive dimentico di Dio e totalmente assorbito dai beni materiali e interessi personali per possedere e godere la sua vita, finisce per perderla, quando meno se lo aspetta. Che fare dunque? Imparare a perdere la propria vita che, come suggerisce l'apostolo Paolo, significa "camminare secondo lo spirito e non soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desiderio contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste” (Gal 5, 17-18). Il Signore ci invita a vivere il nostro martirio (testimonianza) quotidiano che non comporta la morte ma anch’esso è un “perdere la vita” per Cristo, compiendo il proprio dovere con amore, secondo la logica di Gesù, la logica del dono, del sacrificio. Pensiamo: quanti papà e mamme ogni giorno mettono in pratica la loro fede offrendo concretamente la propria vita per il bene della famiglia! Pensiamo a quanti sacerdoti, frati, suore svolgono con generosità il loro servizio per il regno di Dio! Quanti giovani rinunciano ai propri interessi per dedicarsi ai bambini, ai disabili, agli anziani … Anche questi sono martiri! Martiri della carità, martiri della quotidianità! Solo la persona che è stata capace di darsi completamente agli altri si sente realizzata nella vita. Perde la vita chi la conserva solo per sé. Questo consiglio di Gesù è la conferma della più profonda esperienza umana: la fonte della vita si trova nel dono della vita. Dando si riceve.
Domenica 27 giugno ore 10.30 messa in diretta sulla
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